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Napoli, Partenope è di nuovo innamorata

"Il Napoli non è una squadra di calcio, ma lo stato d'animo di una città"
Le origini di Napoli sono storiche e mitologiche, perché questa città ha avuto una grande importanza fin dai tempi antichi.

La sua grande importanza si è trasferita nel mito e nella letteratura andando a creare una serie di racconti molto affascinanti sulle origini divine di questa città. È d’altronde una pratica comune il voler nobilitare la propria città e una discendenza divina sicuramente va in quella direzione. Nel corso della sua storia questa città è riuscita sempre a ritagliarsi una posizione molto importante sia dal punto di vista economico che da quello politico e culturale.

Partenope è la fondatrice mitologica quindi alla base delle origini di Napoli

Vi sono tre storie che raccontano la nascita della città campana in relazione con Partenope, andando quindi a creare tre differenti leggende sulla genesi della città campana.
La prima storia parla della sirena Partenope che cercò di far innamorare Ulisse con il suo melodioso canto, ma al rifiuto dell’eroe la sirena si lanciò dalla rupe più alta per suicidarsi. Le onde portarono Partenope fino al golfo di Napoli nell’isola di Megaride. Il suo corpo quindi svanì andando a formare la città campana con la testa a Capodimonte e la coda a Posillipo.
Nella versione della Serao invece si parla di una Partenope innamorata dell’eroe ateniese Cimone, amore che però era ostacolato dal padre che l’aveva promessa ad un altro. Gli innamorati scapparono nell’odierna Napoli dove ebbero ben dodici figli, ma col tempo il resto della famiglia andò a congiungersi con i due innamorati andando a creare il primissimo nucleo della città.
L’ultimo mito è del diciannovesimo secolo, e anche in questo caso si va a parlare dell’amore tra la sirena Partenope ed il centauro Vulcano. Zeus non vedeva di buon grado questo rapporto e trasformò il centauro in un vulcano e quindi ella decise di suicidarsi.
 “… Parthenope non è morta, Parthenope non ha tomba, Ella vive, splendida giovane e bella, da cinquemila anni; corre sui poggi, sulla spiaggia. E’ lei che rende la nostra città ebbra di luce e folle di colori, è lei che fa brillare le stelle nelle notti serene, … quando vediamo comparire un’ombra bianca allacciata ad un’altra ombra, è lei col suo amante, quando sentiamo nell’aria un suono di parole innamorate è la sua voce che le pronunzia, quando un rumore di baci indistinto, sommesso, ci fa trasalire, sono i baci suoi, quando un fruscio di abiti ci fa fremere è il suo peplo che striscia sull’arena, è lei che fa contorcere di passione, languire ed impallidire d’amore la città. Parthenope, la vergine, la donna, non muore, non muore, non ha tomba, è immortale …è l’amore.”
( Matilde Serao)
Napoli, il primo canto di Partenope

Quando per la prima volta nella vita ho avuto modo di osservare quel pallone rotolare sul prato dell’ormai ex Stadio San Paolo, è stato come se Partenope in persona, nelle vesti della sirena segretamente innamorata del centauro Vesuvio, avesse cominciato a sprigionare il suo canto ipnotico verso di me, senza mai più lasciarmi andare.
Il Napoli è stato subito magia,  un misto di emozioni e di colori, quelli del cielo e del mare, che ti lascia senza fiato e con il cuore scottato una volta e un’altra ancora.
Amare il Napoli non è mai stata una scelta, ma quasi una vocazione dettata da un incantesimo che avvolge tutto intorno. Chi è sottoposto a questo richiamo, sa che dovrà affrontare difficoltà, cicli di buio, rifondazioni, ma che prima o poi tornerà la luce a splendere sull’intero golfo, così come è stato in passato. Crescere nell’epoca post-Maradona non è stato facile, tutto raccontava di un qualcosa che c’era stato e che non era destinato a ripetersi, ma in cuor mio sapevo che il momento poteva arrivare, che tutti gli anni di mediocrità avrebbero portato ad una nuova rinascita.
Napoli, la Magia in campo
Tutta la città unita sotto un’unica bandiera, quella azzurra che sventola quasi specchiandosi nel mare intorno, contro chi la storia del calcio italiano l’ha fatta davvero. 
Vincere uno scudetto a Napoli equivale a venti trofei in un qualsiasi altro posto, diceva qualcuno. L’annata in corso ne è la prova, la squadra rifondata e allenata da Luciano Spalletti è stata capace finora di imprese irripetibili, si avvia a vele spiegate verso quella che potrebbe di diritto diventare la stagione più bella della storia partenopea, e tutto questo grazie a quella Magia che è capace di creare tutto l’ambiente circostante.
Non ho vissuto gli unici due tricolori presenti nella bacheca del Napoli, e chissà se questo sarà davvero “l’anno buono” come molti lo descrivono. Quello che rimarrà però è indubbiamente lo stupore che colpisce ogni volta che Kvaratskhelia sfiora la sfera, ogni volta che Osimhen lascia sul posto un qualsiasi difensore, ogni volta che il boato del Maradona inonda come un mare in tempesta le vie della città ad ogni gol, ogni volta che Partenope mi ipnotizza col suo canto e decide di convincermi ancora una volta che amare incondizionatamente prima o poi regalerà quella gioia tanto attesa
Napoli, Partenope è di nuovo innamorata
“Nnammurato for the first time” canta Liberato, artista indipendente divenuto celebre per la magia dell’anonimato che lo avvolge ormai da anni, riferendosi proprio a Partenope. Una sirena, che dal 1926 ha scelto i colori del mare e del cielo e un pallone per catturare e far innamorare l'intera Napoli, e che finalmente dopo anni si è decisa a riportare indietro dal mare un dono inestimabile che rimarrà scolpito per sempre nella storia, rendendo la città di nuovo magica 33 anni dopo l’ultimo uomo di cui si innamorò.
Napoli, Partenope è di nuovo innamorata
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